Ma quante La Bella e La Bestia ci sono?!
ha origini antiche, si pensa che la prima versione, il nucleo da cui scaturirono poi tutte le altre, si addirittura “Amore e Psiche” di Apuleio, siamo nel II secolo d.C., comodi comodi 1800/1900 anni fa, ma la versione più simile a quella della Disney a cui la stragrande maggioranza di noi è abituato è di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont nel Magasin des enfants, ou dialogues entre une sage gouvernante et plusieurs de ses élèves del 1756. La versione della de Baumont però viene da un’altra scrittrice, Madame Gabrielle-Suzanne Barbot de Villeneuve, che la pubblicò in La jeune américaine, et les contes marins nel 1740.
Poi arriva nel 1991 il cartone La Bella e La Bestia della Disney, poi nel 2014/16 abbiamo “La Bella e La Bestia” Regia di Christophe Gans e per finire nel 2017 è uscito nelle sale La Bella e la Bestia live action sempre della famiglia Disney.
La Bella e La Bestia della Disney
La cito per prima non per ordine cronologico, ma sicuramente per fama. Credo sia una delle versione più in assoluto note. Riassunto?
È la storia di Belle, una giovane donna intelligente e indipendente che vive in un piccolo villaggio francese. È corteggiata da Gaston, un cacciatore arrogante, ma lo respinge perché non condivide il suo carattere superficiale.
Nel frattempo, un principe egoista viene trasformato in una Bestia da una fata, come punizione per la sua mancanza di gentilezza. L’incantesimo può essere spezzato solo se la Bestia imparerà ad amare e sarà riamato, prima che cada l’ultimo petalo di una rosa magica.
Il padre di Belle, Maurice, si perde nel bosco e trova rifugio nel castello della Bestia. Viene fatto prigioniero, ma Belle si offre di prendere il suo posto. La Bestia accetta, e nel castello Belle scopre che gli oggetti sono magici e animati, come Lumière il candelabro, Tockins l’orologio e Mrs. Bric la teiera.
Con il tempo, Belle e la Bestia sviluppano un legame profondo. La Bestia, che inizialmente era burbero e spaventoso, si addolcisce grazie alla gentilezza di Belle, e lei inizia a vedere oltre il suo aspetto mostruoso. Nel frattempo, Gaston, deciso a sposare Belle, scopre che lei è tenuta prigioniera nel castello e organizza un assalto per uccidere la Bestia.
Durante la battaglia finale, la Bestia viene ferita mortalmente da Gaston, ma Belle confessa il suo amore per lui prima che cada l’ultimo petalo della rosa magica. Questo gesto rompe l’incantesimo: la Bestia ritorna un principe, gli oggetti del castello riprendono forma umana e Belle e il principe vivono felici insieme.
Amore e Psiche di Apuleio
Nella fiaba antica abbiamo un amore profondo e travagliato, abbiamo le difficoltà, divinità più o meno benevole, prove da superare e naturalmente il lieto fine. Un rapido riassunto:
In un regno lontano, la giovane Psiche è così bella da suscitare l’invidia della dea Venere, che ordina al figlio Amore di farla innamorare di un mostro. Tuttavia, Amore si innamora di Psiche. Il padre della fanciulla, consultando un oracolo, scopre che Psiche è destinata a sposare un essere terribile, così viene lasciata sola su una rupe. Amore la trasporta nel suo palazzo e la visita ogni notte, senza rivelarsi. Le sorelle, gelose, convincono Psiche che lo sposo sia un mostro e la incitano a ucciderlo. Psiche scopre che Amore è un dio, ma una goccia d’olio dalla sua lampada sveglia il dio, che fugge, sentendosi tradito.
Psiche si mette alla ricerca di Amore e si sottomette a Venere per placarla. Venere le impone varie prove: smistare granaglie (con l’aiuto di formiche), raccogliere lana d’oro e ottenere acqua da una fonte inaccessibile (con l’aiuto di animali). L’ultima prova consiste nel recuperare un po’ di bellezza da Proserpina negli Inferi. Psiche cede alla curiosità e apre il contenitore, cadendo in un sonno profondo. Amore la salva e convince Giove a persuadere Venere ad accettare il loro matrimonio. Psiche diventa dea e i due vivono felici. Nasce infine la loro figlia, Voluttà.
Si iniziano a vedere alcune similitudini con il cartone più famoso. Anche se le sorelle gelose ricordano qualcun’altra, una certa Cenerentola se non sbaglio, che dite? Comunque abbiamo gli elementi base, un amore controverso, un castello incantato con servitori invisibili per Apuleio, magici non di meno per la Disney. Però mancano ancora molti elementi di congiunzione tra Apuleio e la Disney, e li troviamo nelle altre due versioni.
La Bella e La Bestia versione della De Villeneuve
Un ricco mercante, dopo aver perso tutte le sue ricchezze, si trasferisce in campagna con i suoi figli (tre femmine e tre maschi). Quando scopre che una nave è sopravvissuta, va in città per rimettersi in affari ma fallisce. Di ritorno, trova rifugio in un castello dove coglie una rosa per la figlia minore, Belle. La Bestia, padrone del castello, lo sorprende e chiede in cambio una delle sue figlie. Belle si offre di andare al castello, dove impara a conoscere la gentilezza della Bestia, che le chiede di sposarlo. Dopo aver sognato la Bestia morente, Belle si rende conto di amarlo e accetta di sposarlo. La Bestia si trasforma in un principe, liberato dalla maledizione. Belle scopre di essere di origine nobile, figlia del re dell’Isola Felice, e il matrimonio viene celebrato con gioia.
La versione della De Villeneuve è sicuramente figlia del suo tempo, essenzialmente la figlia si sacrifica per il padre (diciamo che è un valore potenzialmente condivisibile anche ai giorni nostri), che poi sia la figlia e non uno dei figli a doversi sacrificare va bene, lo diamo come necessario alla trama, non possiamo aspettarci storie LGBTQ+ friendly nel 1700, ma i segni del patriarcato, sebbene la storia sia stata scritta da una donna eh, si notano già dal fatto che il padre per non andare più a riprendersi la figlia riceve un ricco compenso. Potremmo definirlo pagamento? Praticamente la Bestia si compra la figlia. Se la compra, e poi però le chiede tutte le sere di coricarsi (coricarsi, eh, non siate maliziosi) insieme, cosa alla quale lei non acconsente. Forse un moto di ribellione ad un matrimonio combinato? Grazie alle doti nascoste -molto ben nascoste- di lui che, come ben sappiamo, è bestia nell’aspetto, ma non nel cuore, Belle se ne innamora e alla fine se lo sposa e giace con lui. Nella versione della De Villeneuve devo dire che ho trovato se non altro molto interessante tutta la side story sulla fata madrina, che si rivela essere la zia di Belle… andatevela a leggere 😉
Giunti a questo punto abbiamo aggiunto altri elementi: una giovane bellissima, un mostro fuori ma bello dentro, una strega malvagia, una fata madrina, iniziamo già ad avere elementi più familiari.
Ancora non c’è traccia della Belle intelligente, che ama leggere cui ci ha abituati la Disney, sia che si tratti del cartone animato, sia che si tratti de La Bella e la Bestia live action, insomma di una Belle quasi femminista, figlia di un sicuramente più moderno XXI secolo, ma allo stesso tempo in parte ancora acerba nel cartone, sicuramente più affine al pensiero attuale nel live action.
La Bella e La Bestia di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont
Un ricco mercante vedovo viveva con le sue tre figlie: due presuntuose e vanitose, e Bella, la più giovane, gentile e umile. Dopo aver perso le sue ricchezze, il mercante si trasferì con le figlie in campagna. Quando scoprì che una delle sue navi era tornata in porto, decise di andare in città e chiese alle figlie cosa volessero in dono. Le due maggiori chiesero gioielli e abiti sfarzosi, mentre Bella desiderava solo una rosa.
Di ritorno, il mercante trovò rifugio in un castello e, nel tentativo di cogliere una rosa, venne sorpreso dalla Bestia, il padrone del castello, che gli impose di portare Bella al suo posto o di tornare entro tre mesi per affrontare la sua condanna. Bella si offrì di andare al castello e fu accolta dalla Bestia, che si dimostrò gentile e le chiese ogni sera di sposarlo, ma lei rifiutava, pur trattandolo con affetto.
Dopo qualche tempo, vedendo che il padre era malato, Bella chiese di tornare a casa per una settimana. La Bestia acconsentì, ma pregò Bella di tornare in tempo, altrimenti sarebbe morto di dolore. Trattenuta dalle sorelle malvagie, Bella ritardò il suo ritorno e, al suo rientro al castello, trovò la Bestia morente. Pentita, Bella accettò di sposarlo, spezzando così l’incantesimo che lo teneva prigioniero in forma di Bestia. Il mostro si trasformò in un principe, e Bella e lui vissero felici insieme. Le sorelle invidiose furono punite, trasformate in statue fino a quando non si fossero pentite della loro cattiveria.
Qui sicuramente le affinità con Disney ci sono, anche se mi rimangono sospese le due sorelle che mi fanno sempre tanto Cenerentola, però abbiamo almeno uno sforzo da parte della Bestia di essere gentile.
La Bella e La Bestia Regia di Christophe Gans
La storia è ambientata nel XVIII secolo e segue Belle, una giovane donna gentile e coraggiosa, figlia di un mercante caduto in disgrazia. Un giorno, il padre di Belle si smarrisce nel bosco e si rifugia in un castello incantato. Prima di andarsene, raccoglie una rosa per Belle, ma viene catturato dalla Bestia, un principe maledetto. Per salvare suo padre, Belle si offre di prendere il suo posto come prigioniera. Al castello, Belle scopre un mondo magico e surreale, abitato da creature straordinarie. La Bestia si manifesta inizialmente tale dentro tale fuori, aggressiva e prepotente. Ma nel frattempo, Belle sogna del passato della Bestia e scopre che egli era un tempo un principe affascinante, punito per la sua arroganza e condannato a vivere come un mostro finché non avesse trovato l’amore vero. Belle, che inizialmente è spaventata dalla Bestia, comincia a vedere oltre l’apparenza mostruosa, riconoscendo la sofferenza che si celano dietro la maledizione.
Per chi, come me, ritiene che le storie dove lei è bella ed idiota, dove si innamora non si sa per quale contorto motivo di un lui che a parte mostrare i bicipiti ed il portafoglio non ha altro da offrire, presentandosi con la personalità dello spessore di un nanometro, resterà sicuramente deluso dalla versione di Gans. Praticamente sembra che Belle si innamori di Gaston.
Forse è davvero troppo chiedere di smettere di avere stereotipi nelle favole?
Qui lascio il riassunto ed inizio con i pareri personali, perché ho avuto la malsana idea di guardare il film di Gans in un pomeriggio alla ricerca di una boccata di dopamina, ma più che tirarmi su, mi ha fatto incavolare e basta.
Praticamente Belle è la più bella di tre sorelle (ci sono anche tre fratelli), ma è anche la più sensibile, l’unica che si da da fare e che non passa le sue giornate tra merletti e profumi -magra consolazione- o a far debiti come il fratello maggiore. Quando il padre torna a casa per salutare tutti prima di andare a scontare la sua pena dalla Bestia, Belle è l’unica che si sacrifica per il padre, anche se lo fa solo per un contorto senso di responsabilità perchè sente che essendo l’ultima nata è anche responsabile della morte della madre (morta dandola alla luce) e perché il padre, almeno questo resta in tutte le versioni, è finito nei guai per colpa della rosa che lei ha chiesto in dono.
Nel film di Gaus Belle si innamora della Bestia, così di punto in bianco e non è chiaro in base a cosa visto che per tutta la durata del film lui è scostante, scorbutico, violento e manca proprio il momento dove tra i due si venga a creare un’intesa, se non un ballo che Belle concede per ottenere in cambio il permesso di visitare per un giorno la propria famiglia, promessa che la Bestia minaccia pure di non mantenere. Non proprio un momento romantico maturato dalla reciproca conoscenza.
Come può essere che un film del 2016 non riesca ad esplorare l’aspetto emotivo di due personaggi che potrebbero dare e dire molto su come si possano superare le diversità, su come la solitudine possa rendere bestia l’uomo, come con la gentilezza e la comprensione e sicuramente una buona dose di spirito da crocerossina si possa aiutare una persona scorbutica ad abbattere i muri che si è creato nei confronti del prossimo, fino a scoprirne la parte più bella, forse anche ad innamorarsene. Nella versione di Gans abbiamo come storia di background il passato della Bestia che è tramutato in tale perché ha ucciso involontariamente la sua amata, una ninfa dei boschi, mentre questa era sotto forma di cerva. Unico momento da cui ho sentito di poter trarre dell’emozione.
Come può essere che una fiaba che potrebbe insegnare così tanto sia ridotta alla sola espressione delle doti del regista, perché anche per gli attori, mancando di spessore la storia, c’è poco da recitare. Un sacco di bellissime inquadrature, effetti speciali e luci, ma la storia, bah.
Quali versione de la Bella e la Bestia conoscevate? Azzarderete di guardare la versione di Gans o meglio riguardarsi fosse anche per la millesima volta la versione Disney?